Punto di interesse
La Grangia degli Apostoli
I dati storici collocano il Convento o Grangia dei Santi Apostoli in tempi antichi, nel periodo in cui venne dato a Bivongi il suo nome greco Bovónghes (Terra del Baco da seta), anche se un’effettiva citazione dei “Santi e Gloriosi” Apostoli di Bivongi, la si ritrova solo nel 1094, nell’atto di donazione del Conte Ruggero alla Certosa di Santo Stefano del Bosco.
Il sistema feudale della Certosa si basava sulla suddivisione del territorio in 5 feudi che facevano capo alle cosiddette Grange, vere e proprie strutture fortificate in genere affidate a dei monaci conversi per ammassare grano, olio, vino e altri prodotti agricoli ottenuti dai coloni o dai mezzadri, e dall’attività della pastorizia. Grangia è infatti il termine latino che indicava il luogo dove si conservava il grano, ma che individuava anche il complesso degli edifici costituenti la struttura agricola e l’insieme della proprietà agraria. Le Grange sorgevano ordinatamente al centro dell’unità agricola del feudo, che era formato da un cortile centrale intorno al quale si allineavano le abitazioni, le stalle, i magazzini e le officine. Non mancava di certo anche un piccolo oratorio per la preghiera. Questo schema planimetrico era tipico di quasi tutte grange certosine in Calabria. La pianta del complesso architettonico aveva la forma di un quadrilatero irregolare di circa cinquanta metri per lato.
Della struttura rimangono cospicui elementi come le cantine, gli alloggi, le torri angolari e parte della cinta muraria, che ne attestano il valore e l’importanza per dimensioni, posizione, punto di osservazione e controllo del territorio. Lo sguardo dei grangeri era sempre rivolto verso le montagne a oriente, e verso Bivongi e i suoi vassalli da amministrare e controllare, a occidente.