Punto di interesse

Centrale idroelettrica del Marmarico

Risalendo il fiume Stilaro, a poca distanza dei Bagni di Guida in località detta “Gurna da Coddara” a quota 450 m, è ubicata la Centrale Idroelettrica del Marmarico. La costruzione delle Centrale fu avviata nel 1926. 

L’edificio della centrale ubicata sulla sponda destra dello Stilaro era composto da un locale che conteneva le due turbine, un carroponte e due gruppi di generatori Pelton. Nei corpi secondari vi erano apparecchiature elettriche, gli alloggi per il personale, una piccola officina e una fucina. In centrale lavoravano 4 operai divisi in due squadre che si avvicendavano ogni 48 ore.

I tralicci per la conduzione delle linee elettriche erano costituiti inizialmente da pali di legno sostituiti poi negli anni successivi da tralicci metallici.
Dalla stessa stazione partivano tre linee. Una verso Serra San Bruno, Ciano, la frazione di Gerocarne e altre frazioni; la seconda si dirigeva verso Mongiana, Fabrizia e Nardodipace e Placanica; la terza alimentava lo stabilimento di acque minerali della Mangiatorella e puntava verso Nardodipace Vecchio e San Todaro. 

Dalla centrale, sul versante opposto partiva la linea V per Guardavalle, S. Caterina e Badolato Isca sullo Jonio. 

Nel 1956 fu realizzato il potenziamento dei macchinari e il collegamento in parallelo con la Società Elettrica delle Calabrie (SEC), costruendo delle linee per Chiaravalle e Pazzano, mediante l’ex Centralina di Ferdinandea e realizzando di fatto la propria stazione di trasformazione e smistamento.

Il primo gennaio 1973, a seguito delle piogge intense, una grossa frana causò la rottura della condotta forzata con danni per 20/40 milioni di lire. In vista dell’imminente nazionalizzazione i proprietari decisero di non riparare l’impianto. La SIC garantì comunque la distribuzione dell’energia elettrica ai propri utenti per tutto il 1973 acquistando energia dall’Enel. 

L’Enel nel 1974 subentrò alla SIC e decise la chiusura definitiva dell’impianto, cessandone il presidio e trasferendo i lavoratori nelle sedi di Serra San Bruno e Vibo Valentia.